CEGLIE MESSAPICA
A metà strada tra Brindisi
e Taranto si trova Ceglie,
antico centro fondato dai Messapi con il
nome di Kaìlia e roccaforte della
Messapia conosciuta anche come dodecapoli
dal nome delle 12 città che la componevano: Alytia
(Alezio), Ozan (Ugento),
Brention/Brentesion (Brindisi),
Hyretum/Veretum (Vereto), Hodrum/Idruntum (Otranto), Kaìlia
(Ceglie Messapica), Manduria,
Mesania (Mesagne), Neriton
(Nardò), Orra (Oria),
Cavallino, Thuria Sallentina (Roca Vecchia).
Del tempo antico restano in città e nel territorio
circostante alcuni resti come le 18 specchie,
accumuli di pietre di varie dimensioni che avevano funzione
di torri di avvistamento (le più grandi) e di tombe
contenenti corredi funerari (le più piccole).
La funzione difensiva di Ceglie è
confermata dall'edificazione in epoca messapica
di 4 ordini di mura a protezione della città dagli
attacchi della greca Taranto, la quale voleva
acquisire da sempre uno sbocco lungo le coste del Mare Adriatico.
Lo scontro tra le due civiltà greca e messapica culminò
con la sconfitta di Taranto
nel 473 a.C. ad opera della forte cavalleria
messapica.
Nel III secolo a.C., dopo le campagne di
Pirro in Italia
a difesa della greca Taranto, tutta la regione cadde sotto
l'influenza di Roma
(275 a.C.) assumendo il nome di Caelium.
Del periodo imperiale poco si conosce ma è probabile
che Ceglie fosse un importante località come dimostrato
dal ritrovamento di resti di templi nel centro storico.
Dopo la caduta dell'Impero Romano (476
d.C.), Ceglie conobbe la
devastazione ed il saccheggio ad opera dei Goti
di Alarico e dei Vandali. Assoggettata in
seguito dagli Ostrogoti ed annessa al loro
effimero regno (476-535), Ceglie cadde in mano dei Bizantini
come tutta la Puglia (553)
per un ventennio circa, fino all'arrivo dei Longobardi
di Alboino che la chiamarono Ceglie della Foresta.
Dopo la dominazione normanna (XI sec. d.C.)
e quella sveva (XIII sec.) la città
passò in mano degli Angioini e concessa
in dote ad Eleonora, figlia di Carlo II d'Angiò.
Nel XV secolo Ceglie
venne amministrata dalla diocesi di Brindisi ed infine ceduta
in permuta a Ferdinando Sanseverino il quale
ampliò il Castello edificando la torre quadrata. A
questa famiglia successero i Luperano e i Sisto y Britto che
traghettarono Ceglie dal Regno dei Borboni dentro il neonato
Regno d'Italia (1860).
A Ceglie Messapica si accede attraverso le due porte:
di Giuso e di Monterone. Da qui attraverso un percorso sinuoso
si arriva alla salita dei “Cento Scaloni”,
esistente già in epoca messapica e risistemata in epoca
medioevale, la quale porta alla zona del Castello.
Il centro del borgo è dominato dalla presenza del castello
iniziato in epoca normanna (XI sec. d.C.),
edificato sullo stesso luogo dove sorgeva l'acropoli d'età
ellenica e i principali templi romani.
Nei pressi è visitabile anche la chiesa matrice
la quale assunse l'attuale aspetto barocco nel '700.
Della Ceglie Messapica sono visibili alcuni tratti della cerchia
muraria conosciuta con il nome di il Paretone.
Fuori città si possono visitare la chiesa della
Madonna della Grotta che custodisce affreschi del
XIII secolo e la grotta di contrada S. Michele
con affreschi dell'VIII secolo.
Interessanti anche le grotte di Montevicoli frequentate in
epoca messapica come dimostrato dal ritrovamento di iscrizioni.
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