BENEVENTO
Benevènto,
situata su una collina (colle della Guardia, 135 m) tra i
torrenti Sabato e Calore, al centro di una fertile conca,
fu patria dei papi Vittore III e Gregorio VIII. Il terremoto
del 1980 provocò gravi danni in alcune zone del centro
storico.
Capitale dei Sanniti Irpini col nome di Maluentum o Maleventum,
venne conquistata nei secc. IV-III a.C. da Roma, che ne mutò
il nome in Beneventum quando vi dedusse una colonia nel 268.
Sette anni prima, nel 275, la città aveva visto la
sconfitta di Pirro, e nel 214 vide quella del cartaginese
Annone a opera dei Romani. Durante la guerra greco-gotica,
fu distrutta da Totila (545 d.C.), ma riacquistò la
propria importanza passando sotto il potere dei Longobardi
di Zottone (571), che la eresse in ducato; fu trasformata
in principato nel 774: il titolo di principi venne riconosciuto
ai suoi signori al momento della conquista franca. L'ultimo
principe longobardo, Landolfo VI, per sottrarsi alla dominazione
normanna si sottomise alla Chiesa, con il ruolo di vassallo
(1073). Di conseguenza, alla sua morte (1077), la città
passò allo Stato Pontificio. Benevento restò
da allora dominio pontificio per quasi otto secoli, governata
da rettori della Chiesa, di solito discendenti dell'antica
aristocrazia longobarda e inizialmente eletti dal popolo,
poi nominati direttamente dal papa e trasformati nel XVIII
sec. in governatori e nel XIX in delegati. Il dominio pontificio
venne più volte messo in discussione e a dura prova
durante la tormentata storia della regione. Teatro dello scontro
tra Svevi e Angioini (1266), nel XV sec. Benevento fu a varie
riprese soggetta ai re di Napoli, con Ladislao (1408), Giovanna
II (1414-1418) e Alfonso d'Aragona (1443-1458) che la resse
come vicario papale. Nuovamente sottratta ai papi da Ferdinando
IV di Borbone (1768-1774) in lotta con Clemente XIII e XIV,
fu occupata dai Francesi nel 1798 ed entrò a far parte
della Repubblica Partenopea.
Eretta in principato da Napoleone (1806) che ne conferì
il titolo a Talleyrand, ritornò alla Santa Sede nel
1815. Centro di moti carbonari e liberali (1820-1821 e 1848),
fu annessa al regno d'Italia dopo l'insurrezione popolare
del 3 settembre 1860 e l'occupazione da parte di Garibaldi.
L’origine assai antica di Benevento è testimoniata
da un teatro romano (che risale all’epoca di Adriano,
II secolo d.C., ma che fu restaurato sotto Caracalla, poteva
contenere circa 20.000 spettatori) e dal magnifico arco trionfale
di Traiano dedicato all’imperatore nel 114 d.C. e che
si attesta come uno dei più importanti archi trionfali
dell’antichità; è posto all'inizio della
Via Traiana per Brindisi; la struttura è a un fornice,
alto 15,60 m e largo 8,60 m, è completamente decorato
con bassorilievi che costituiscono uno dei principali documenti
dell'arte del periodo traianeo e che attestano le “benemerenze”
dell’imperatore.
Dell'epoca medievale rimangono le mura cittadine, il castello
o rocca dei Rettori, del XIV sec.; la Cattedrale del VII sec.,
a cinque navate (ricostruita nei secc. IX-XIII e nel 1959
dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che la
distrussero quasi completamente); la chiesa di Santa Sofia
in Voto ( VIII sec.), edificata nel luogo in cui la leggenda
vuole si radunassero le famose streghe della città.
Notevole è il ponte Vanvitelli, sul Calore.
Assai documentato è il Museo (archeologico) del Sannio
che ha sede nell’antico Monastero alla sinistra della
Chiesa di S. Sofia e che racchiude un chiostro del XII secolo.
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