VENEZIA
Sotto Pietro Polani (1130-48)
fu istituito il Consiglio dei Dieci Savi, con compiti esecutivi
a limitazione del potere del doge, dando così inizio
al comune Veneciarum, retto dalle potenti famiglie mercantili.
La conquista di Zara e la fondazione dell’impero latino
d’oriente (4ª crociata, 1204) permisero i primi
possedimenti veneziani nel Mediterraneo e portarono allo scontro
con la repubblica genovese. La città tenne comunque
saldi i propri domini marittimi e commerciali grazie alla
stabilità istituzionale garantita dall’ereditarietà
dell’assemblea legislativa e dalla creazione di nuovi
organi (Consiglio dei Dieci, 1310) deputati a reprimere ogni
opposizione all’oligarchia mercantile che dominava la
città.
Duramente colpita dalla pestilenza del 1348, subì una
grave crisi demografica e politica protrattasi sino alla vittoriosa
guerra di Chioggia (1378-81) contro la lega formata dal re
d’Ungheria, da Firenze e da Genova. La ripresa segnò
l’inizio dell’espansione verso la terraferma:
conquistati l’entroterra veneto (1402-20), Brescia (1426)
e Bergamo (1428), l’avanzata fu arrestata sull’Adda
dai milanesi, ma la città ebbe riconosciuti i nuovi
possedimenti con la pace di Lodi (1454). Il territorio della
repubblica si estendeva da Bergamo all’Istria e inglobava
Ravenna, alcune zone della Romagna e della Puglia. L’alleanza
tra papato, Francia (che aveva occupato il ducato di Milano),
Spagna e impero (lega di Cambrai, 1508) portò alla
sconfitta (battaglia di Agnadello, 1509) della Repubblica,
costretta a rinunciare ai possedimenti in Romagna e in Puglia
(pace di Bologna, 1530).
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