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Treviso Veneto

Treviso

Treviso č una città storica del Veneto.

Situata sulla riva Nord del fiume Sile e fra il diramarsi del fiume Botteniga (nei rami detti Cagnan di Mezzo detto dei Buranelli, e della Roggia), Treviso inizia la sua storia come insediamento paleoveneto, poi romanizzato nell’89 a.C. per diventare in seguito il “Municipium Tarvisium” con il classico assetto urbanistico basato sul Cardo (le attuali via S. Margherita, Indipendenza e Calmaggiore) e il Decumano (l’attuale via Martiri della Libertà).

Storia di Treviso

Fu centro fiorente sotto i Goti e Longobardi e Carlo Magno nel 776 la decretò Contea. La vera ripresa economica si verificò dopo l’anno 1000 e nel secolo XII la città si costituì come Libero Comune, riconosciuto dall’Imperatore Barbarossa nel 1168 e dalla Pace di Costanza del 1183: in questo periodo sorgono gli edifici comunali di quella che oggi è Piazza dei Signori, nonché le prime mura difensive.

Fra il XIII e il XIV ci fu una precaria stabilità politica, fino al definitivo passaggio sotto Venezia nel 1388. Eppure fu un periodo fiorente, con una Università, con la presenza di letterati ed artisti di grande pregio: soggiornarono a Treviso Dante e il grande pittore Tommaso da Modena. Si delineò in questa fase anche il volto urbano della città caratterizzato dall’intrecciarsi di strade angolate, zone d’acqua e aree verdi.

Fra il 1400 e il 1500 Treviso continuò la sua fase ascendente sia dal punto di vista artistico che economico. Nel 1520 vennero ultimate le mura che ancor oggi circondano il centro storico della città: eccezionale esempio di ingegneria rinascimentale che però segnò da quel momento la lenta ma inesorabile decadenza che si protrasse fino al 1800. Treviso venne pesantemente colpita nel corso della guerra 1914/18, ma soprattutto subì i disastrosi bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale che distrussero o danneggiarono gran parte del centro storico poi sapientemente restaurato.

Grazie all’attività del suo Teatro Comunale – oggi splendidamente restaurato – e a presenze come quella degli scrittori Comisso e Parise e di artisti come Arturo Martini e Gino Rossi, fino agli architetti Carlo Scarpa e Toni Follina – nonché ai progetti di Mario Botta – e a personalità culturali come Giuseppe Mazzotti, Treviso entra di diritto anche nella storia culturale dell’Italia del Novecento.

Visita di Treviso

Treviso è città di vini e di gastronomia ma è città d’arte e soprattutto città di storia e presenta insigni monumenti architettonici soprattutto legati al suo periodo medievale e conservati in modo eccellente.

La vita di Treviso scorre lungo i portici di Calmaggiore la strada che collega il centro civile della città, Piazza dei Signori, con quello religioso, Piazza del Duomo.

Piazza dei Signori è caratterizzata dalla presenza del Palazzo dei Trecento, l’antico palazzo comunale del 1217: austero e massiccio è un’autentica testimonianza della storia della città. La loggia al pianterreno è cinquecentesca. A fianco il Palazzo del Podestà e il Palazzo Pretorio che sono però frutto di rifacimenti; da dietro la piazza svetta la Torre Comunale. La piazza è chiusa dall’altro lato da una successione di antiche case borghesi strette e alte, caratterizzate dai portici.

La Piazza del Duomo vede la presenza del Duomo stesso – un rifacimento neoclassico del 1836 dell’antico Duomo medievale, ma una passeggiata sul lato delle absidi ci riporta al fascino dell’epoca originaria – del Palazzo Vescovile, di case in cotto nello stile gotico/veneto e del Battistero romanico risalente all’XI-XII sec.

Un altro monumento religioso importante a Treviso è il Tempio di S. Nicolò, uno dei capolavori del gotico italiano che risale al XIII-XIV sec. Il suo interno monumentale contiene parecchie opere pregevoli e nel convento, nella Sala del Capitolo, sono conservati affreschi di eccezionale fattura di Tommaso da Modena, uno dei grandi maestri della pittura trecentesca.

Passeggiando per la città, addentrandosi per le tortuose stradine medievali, fra ponti e portici, si trovano altri gioielli architettonici: l’area della Pescheria su cui si affaccia Ca’ dei Carraresi un’antica casa/fontego (magazzino) oggi sede di mostre prestigiose; la Loggia dei Cavalieri, una costruzione romanico/gotica che serviva da piazzetta coperta per la nobiltà medievale; l’area di S. Maria Maggiore, un borgo medievale perfettamente conservato; la zona della nuova Università che unisce edifici quattrocenteschi ad altri neoclassici e ad interventi urbanistici di questi ultimi anni.

Una passeggiata lungo le restaurate mura offre un’immagine di Treviso come città d’acque e di verde e permette di incontrare le due antiche e solenni porte cittadine ancora presenti: Porta san Tommaso e Porta Santi Quaranta.

Ma Treviso è una vera e propria antologia di storia dell’arte collegata all’evoluzione dell’antica società: ci sono case/torri, il distintivo segno delle antiche famiglie importanti; si incontrano ancora le case con le ruote degli antichi mulini, segnale di una imprenditoria borghese attiva; il Convento di Santa Caterina – oggi sede di un complesso museale pregevole per il sito e per i contenuti – che con i suoi affreschi e con la sua nobile architettura racconta della fiorente vita culturale della città.

Un’ultima curiosità: a Treviso, al confluire del fiume Cagnan con il fiume Sile, c’è il Ponte Dante che ricorda con una stele la presenza del poeta in città e come Travisa sia citata nella Divina Commedia; il ponte veniva detto “dell’impossibile” perché, a causa della corrente del fiume, crollò più di una volta prima ancora di essere finito. Oggi le acque del fiume sono tranquille e accompagnano con il loro ritmo la passeggiata in un sito urbano a misura d’uomo e che suggerisce una grande serenità.

Monumenti di Treviso

Monumenti e chiese della città, per comodità di elencazione, possono essere divisi in senso cronologico:

All'epoca medievale corrispondono le chiese di S. Giovanni e Paolo (1246-1430), di S. Pietro e Paolo (sec. XIII), di S. Maria Gloriosa dei Frari (1336-1492), di S. Maria del Carmine (sec. XIV), di S. Stefano (sec. XIV-XV), nonché la magnifica struttura dell’Arsenale (1104-sec. XV).

Al periodo rinascimentale invece appartengono le chiese di S. Maria dei Miracoli (1489), di S. Salvador (sec. XV), di S. Sebastiano (sec. XVI), del Redentore (1577-92), di S. Giorgio Maggiore (1565-83) mentre il grande tempio votivo di S. Maria della Salute (1631-81) è un esempio del barocco veneziano.

Notevoli sono gli edifici delle cosiddette Scuole (sedi delle antiche associazioni per la beneficenza e il soccorso dei poveri) come quelle di S. Giovanni Evangelista (1481-98), di S. Rocco (1517-49) e di S. Giorgio degli Schiavoni (sec. XVI).

La presenza ebraica a Venezia ha una storia plurisecolare rappresentata dal bellissimo Ghetto con le Sinagoghe della Scuola Spagnola e Scuola Levantina (sec. XVII).

Lungo il Canal Grande (l’arteria principale della città) si ammirano alcuni dei palazzi più famosi:
Ca’ Vendramin-Calergi (1500-9), la Ca’ d’Oro (1420-34), Ca’ da Mosto (sec. XIII), Ca’ Pesaro (1628-1710), Ca’ Foscari (sec. XV), Ca’ Rezzonico (1649-sec. XVIII), palazzi Loredan (sec. XII-XIII), Contarini-Fasan (1475), Giustinian (sec. XV), , Mocenigo (sec. XVI), Grimani (1556), Grassi (1749), con l’omonima sede espositiva, Palazzo Dario (1487).

Molti dei palazzi storici ospitano importanti musei: in Piazza S. Marco il complesso del Museo Correr ospita una ricca Pinacoteca e il Museo Archeologico; Ca’ Rezzonico è il museo del ‘700 veneziano; la Ca’ D’Oro ospita la prestigiosa collezione Franchetti; Ca’ Pesaro è il Museo di Arte Moderna. Le Gallerie dell’Accademia, la Pinacoteca della Fondazione Querini e l’ineguagliabile Collezione Peggy Guggenheim di arte contemporanea completano questo, per forza di cose sintetico, panorama.

Due semplici suggerimenti per capire la particolarità della città: percorrere tutto il Canal Grande in andata e ritorno con il vaporetto e vedere Venezia dall’alto del Campanile di S. Marco o ancor meglio dal campanile di S. Giorgio.

Musei di Treviso

Seminario Vescovile – San Nicolò: annesso alla stupenda chiesa gotica – uno dei migliori esempi italiani di questo stile architettonico – dedicata a S. Nicolò c’è l’ex convento domenicano, trasformato in sede del Seminario Vescovile per decreto di papa Gregorio XVI (1832/46). La struttura del convento si compone di pù corpi architettonici sorti attorno a due grandi chiostri. Sul primo chiostro si affaccia la Sala del Capitolo dei Domenicani, un’architettura romanica (come testimoniano il portale, le finestre e le tracce di affresco con la Crocifissione) interamente affrescata da Tommaso da Modena nel 1352. l’affresco è suddiviso in 40 riquadri e ognuno dei quali “ritrae” un frate domenicano nel suo studiolo, intento alla lettura. Lo stato di conservazione è piuttosto buono anche se necessitano di una pulitura. Sono scene perfette per qualità dei colori, cura di ogni singolo particolare (le matite, i righelli, i libri, i temperini e la prima rappresentazione nell’arte italiana degli occhiali), caratterizzazione dei volti. Da metà del 2005 dovrebbero partire i lavori di restauro conservativo per cui non è detto che la sala sia aperta al pubblico.

– Museo Bailo: si trova in via Cavour. È temporaneamente chiuso al pubblico a causa di restauri e comunque parte della collezione verrà riallestita nella nuova sede dell’ex Convento di Santa Caterina. È un ricchissimo museo che esiste dal 1851 e che comprende sia una importante sezione archeologica (con reperti celti, romani e paleoveneti) che una ricca pinacoteca con pregevoli opere che vanno dal 1300 fino all’800 con particolare riferimento alla pittura veneta cinquecentesca. C’è anche una sezione di arte del ‘900 (galleria Comunale di Arte Moderna) con opere di Arturo Martini, Gino Rossi, Juti Ravenna, Toni Benetton.

– Museo Diocesano di Arte Sacra: ha sede nel complesso delle cosiddette Canoniche Vecchie, dietro le absidi del Duomo, fra strutture architettoniche medievali. Venne istituito nel 1988 ed è stato recentemente riorganizzato. Il percorso è complesso perché si attraversano le varie stratificazioni storiche, su livelli diversi, delle fasi costruttive del Duomo e delle Canoniche stesse: caratteristica che rende la visita molto particolare e unica nel suo genere. Notevolissimi per qualità e importanza storica sono gli oggetti sacri e i paramenti conservati, tra i quali spicca la grande statua in argento (1636) di San Liberale, il patrono della città.

– Complesso Museale di Santa Caterina: in fase di completamento. La chiesa e il grande convento diventeranno la nuova sede dei musei di Treviso alleggerendo così la sede storica del Museo Bailo di via Cavour e dando maggior spazio espositivo e respiro alle opere. In questo modo anche la Collezione Salce troverà degni spazi espositivi: si tratta di una delle più importanti collezioni europee di manifesti pubblicitari e che comprende più di 25.000 esemplari.

– Ca’ da Noal – Museo della Casa Trevigiana: si trova in via Canova, all’interno di una notevole architettura tardo gotica. Sono qui ospitati molti degli originali scultorei o rilievi che ornavano i vari punti della città e che nel tempo sono stati sostituiti da copie per motivi di conservazione. La raccolta comprende anche antiche opere in ferro battuto, in terracotta, nonché mobili, ceramiche e stoffe d’epoca. Un vero e proprio museo delle arti applicate.

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